Articoli , pensieri e riflessioni sul celibato sacerdotale (o celibato ecclesiastico) e sulla castità come consiglio evangelico.
To contact the "blogger of Celibato Sacerdotale" write an email to dottaignoranza@gmail.com

Cerca nel blog

sabato 12 luglio 2014

Il celibato ecclesiastico nei primi secoli

Il celibato ecclesiastico nei primi secoli

Un'affermazione generale sull'importanza della posizione di Roma per ogni questione , e perciò anche per quella sul celibato ci viene da Sant.Ireneo il quale , essendo discepolo di San Policarpo , era collegato con la tradizione giovannea , che egli tramandava , come vescovo di Lione dall anno di 178 anche alla Chiesa d'Europa. Se nella sua opera principale "Contro le eresie" diche che la tradizione apostolica viene conservata nella Chiesa di Roma che è stata fondata dagli apostoli Pietro e paolo possiamo ben dire che ciò vale anche per la tradizione della continenza degli ecclesiastici.
Le prime testimonianze esplicita a questo riguardo ci sono state date dai due Papi : Siricio ed Innocenzo I.
Al predecessore del primo , Papa Damaso , il vescovo Himerio di Tarragona aveva posto alcune questioni alle quali solo il successore , cioò Siricio ha dato la risposta .
Alla domanda riguardante l'obbligo della continenza dei chierici maggiori il Papa risponde nella lettera "Directa" del 385 dicendo che i molti sacerdoti e i diaconi che anche dopo l'ordinazione generano dei bambini agiscono contro una legge irrinunciabile che lega i chierici maggiori dall'inizio della Chiesa.
Il loro appello all'antico testamento quando i sacerdoti e i leviti potevano usare il loro matrimonio fuori dal tempo del loro servizion nel Tempio viene confutato dal Nuovo testamenteo nel quale i chiarici maggiori devono prestare il loro sacro servizio ogni giorno e pertando dal giorno della loro ordinazione devono vivere continuamente nella continenza.
Una seconda lettera dello stesso Ponteficie riguardante la stessa questione è quella già menzionata sopra inviata ai vescovi africani nel 386 nella quale vengono comunicate le deliberazioni di un sinodo romano.
Questa lettera è particolarmente illuminante per il cleibato.
Il Papa dice , innanzitutto che i punti trattati nel sinodo non riguardano obblighi nuovi ma sono punti della fede e della disciplina che a causa della pigrizia e dell'inerzia di alcuni sono stati trascurati.
Essi devono essere riattivati trattandosi di disposizioni dei padri apostolici secondo le parole della scrittura
...Dopo alcune altre considerazioni ascetiche , dagli 80 vescovi radunati viene qui per la prima volta per quanto io sappia respinta in occidente la obiezione ancora oggi viva , che voleva provare la continuazione dell'uso del matrimonio con le parole dell'apostolo San Paolo secondo cui deve esser stato sposato una volta sola chi è candidato all'ordinazione sacra.
Ciò non vuol dire , dicono i vescovi , che possa continuare a vivere nella concupiscenza di generare i figli ma ciò è stato detto a favore della continenza futura. Con ciò veniamo edotti ufficialmente che il bisogno di risposarsi oppure il matrimonio con una vedova non danno la garanzia per una sicura continenza futura.

Il successivo Romano pontefice che si è occupato ampiamente della continenza degli ecclesiastici è Innocenzo I (401-417). Una lettera, che veniva attribuita già a Damaso e poi a Siricio è probabilmente sua.
Nella terza delle 16 domande riguarda la castià e purezza dei sacerdoti. Nell'introduzione il Papa si rende conto che "molti vescovi in varie chiese particolari si sono affrettati in umana temerità di cambiare le tradizioni dei padri per cui sono incappati nel buio dell'eresia preferendo così l'onore presso gli uomini ai meriti presso Dio ".
Alla terza questione proposta si dà poi il seguente responso "in primo luogo è stato deciso riguardo ai vescovi sacerdoti e diaconi che debbono partecipare ai sacrifici divini attraverso le mani dei quali viene comunicata la grazia del battesimo e offerto il Corop di Cristo , che vengono costretti non solo da noi ma dalle scritture divine alla castità : ai quali anche i padri hanno ingiunto di conservare la continenza corporale ".
Segue poi una motivazione ampia di tale comandamento soprattutto dalla Sacra Scrittura che oggi non è meno degna di segnalazione. Concludendo si dice che anche solo per la venerazione dovuta alla religione non si deve affidare il mistero di Dio ai disubbidienti.
Tre altre lettere dello stesso Pontefice , ripetono solo i concetti del suo predecessore Siricio....è importante notare che sempre si chiedono qui le sanzioni contro gli impenitenti : essi devono essere allontanati dal ministero clericale...
...Leone Magno scrive a questo riguardo nel 456 al vescovo Rustico di Narbonne : " La legge della continenza è la stessa per i ministri dell'altare (diaconi) come per i sacerdoti e i vescovi . Quando erano ancora laici e lettori era loro permesso di sposarsi e di generare i figli . Ma assurgendo ai gradi suddetti è cominciato per loro il non essere più lecito ciò che lo era prima . Affinchè perciò il matrimonio carnale diventasse un matrimonio spirituale è necessario che le spose di prima non già si mandassero via ma che si avessero come se non l'avessero , affinchè così rimanesse salvo l'amore coniugale ma cessasse allo stempo tempo anche l'uso del matrimonio".....
...Bisogna inoltre dire che già questo Papa ha esteso l'obbligo della continenza dopo l'ordinazione sacra anche ai suddiaconi , cosa che finora non era chiara a causa del dubbio se l'ordine suddiaconale appartenesse o no agli ordni maggiori.

Gregorio Magon (590-604) fa capire , almeno indirettamente nelle sue lettere , che la continenza degli ecclesiastici veniva sostanzialmente osservata nella Chiesa Occidentale....Si impegnava ripetutamente , affinchè la convivenza tra chierici maggiori e donne a ciò non autorizzate rimanesse proibita a tutti i costi e venisse perciò impedita. Siccome le spose non appartenevano normalmente alla categoria delle autorizzate , egli dava con ciò una significativa interpretazione al rispettivo canone 3 del Concilio di Nicea.
Da quanto fin qui detto si può dedurre una prima constatazione assai importante : nella Chiesa Occidentale , ossia in Europa e nelle regioni dell'Africa che appartenevano al Patriarcato di Roma , l'unità di fede era e rimaneva sempre viva , insieme anche all'unità di disciplina , cosa che si manifesta attraverso una comunicazione più o meno intensa ma mai interrotta tra le varie chiese regionali.....Una prova di prim'ordine di questa unità disciplinare è presente proprio nel problema della continenza del clero maggiore , di cui ci stiamo occupando.
Accanto alla prassi conciliare , che opera sin dall'inizio efficacemente per la sua affermazione e conservazione , emerge l'opera orientatrice e la cura conservatrice universale dei Romani Pontefici, cominciando da Papa Siricio.
Se il celibato ecclesiastico , rettamente inteso , si è conservato nella sua coscienza di origine e di tradizione antica in tutta la sua chiareza e nonostante tutte le difficoltà sempre e dappertutto risorgenti , lo dobbiamo senza dubbio alla sollecitudine ininterrotta dei Papi.


Alfons M.Stickler. "Il Celibato Ecclesiastico" Cap III